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Congresso DMAC sulla medicina subacquea industriale

Scritto da Redazione Centro Iperbarico di Ravenna il 03/ 09/ 2010

Il primo settembre 2010 a Stavanger, in Norvegia, si è tenuta una riunione del Diving Medical  Advisory Committee (DMAC). Hanno partecipato Jane Bugler (IMCA), Stephen Watt (UK), David Elliott (UK), Alf Brubakk (Norvegia), Pasquale Longobardi (Italia), S. I. Modahl (Norvegia), Jan Risberg (Norvegia).

(vedi qui l'elenco completo dei membri DMAC)

  • Accreditamento dell'International Maritime Contractor Association (IMCA) dei corsi per la formazione dei medici subacquei. Pasquale Longobardi e Jan Risberg sono i valutatori dei corsi approvati da IMCA sulla base delle direttive EDTC e DMAC. Sono stati autorizzati corsi di formazione in USA (UHMS) e Singapore. L’IMCA è l’unico ente a livello mondiale che accredita tali corsi, verificandone gli standard di qualità. Sono particolarmente importanti i corsi universitari quali quello della Scuola Superiore S. Anna (SSSA) di Pisa e quello coordinato da Jack Meintjes in Sudafrica. Il master SSSA implementerà i contatti con Jack Meintjes per l’utilizzo della banca dati relativa ai quesiti sulla medicina subacquea e iperbarica da somministrare agli allievi tramite e-learning.
  • Approvata la revisione della nota DMAC 18 su AIDS e immersioni “Guidance on Acquired Immune Deficiency Syndrome in diving”. Vedi articolo su HIV e immersione pubblicato nel blog.
  • Approvata la revisione della nota DMAC 12 su immersioni in area di rilevamento sismico “Safe diving distance from seismic surveying operations”. In caso di operazioni di controllo sismico che siano svolte entro dieci chilometri dal cantiere di lavoro subacqueo è necessario attivare uno specifico piano di sicurezza che preveda anche la comunicazione costante tra i responsabili dei due cantieri (in particolare se la distanza tra i due cantieri sia inferiore a cinque chilometri). Se possibile evitare la sovrapposizione delle attività nei due cantieri. In ogni caso, qualora l’operatore tecnico subacqueo (OTS) avverta disagio per il rumore deve essere immediatamente sospesa l’immersione.
  • Decompressione di emergenza nella Hyperbaric Rescue Unit. Si discute sulle procedure di decompressione da saturazione in emergenza.
    • La procedura “Duke University Accelerated Decompression” prevede una risalita con velocità inizialmente “aggressiva” ma senza un significativo aumento della pressione parziale di ossigeno.
    • La procedura Comex prevede una risalita rapida senza pausa notturna e con un aumento della pressione parziale dell’ossigeno fino a 800 mbar
    • L’esperienza insegna che sia possibile accelerare fino a tre volte la velocità di risalita qualora si aumenti significativamente la pressione parziale dell’ossigeno
    • Alf Brubakk ha rilevato sperimentalmente (in animale) che se durante la risalita rapida vengano inseriti un paio di accelerazioni nella velocità di risalita si innescano meno bolle rispetto a una risalita a velocità costante. Sarebbe da verificare sperimentalmente nell’uomo

Siccome l’argomento è controverso, si decide di organizzare un workshop sulle procedure di decompressione in emergenza. Sono previsti quindici partecipanti esperti in tale argomento. Longobardi propone la Scuola Superiore S. Anna di Pisa o il Centro Iperbarico Ravenna come sede per la riunione e si offre di chiedere all’Associazione Imprese Subacquee Italiane (AISI) di finanziare la riunione. Inoltre propone di invitare il C.V. Dr Fabio Faralli, principale esperto italiano per le procedure di decompressione.

  • Si discute sulla esposizione degli operatori tecnici subacquei al rumore. Stephen Watt segnala la difficoltà della sperimentazione perché gli effetti sono correlati con il tipo di strumento che genera il rumore. Inoltre l’attività degli strumenti che generano rumore e che lo rilevano si modifica in ambiente iperbarico sia per la pressione che per la miscela gassosa nell’ambiente (l’eliox modifica l’effetto rispetto all’aria). Sono abbastanza chiari i danni procurati dall’onda sonar sull’orecchio. Anche se pare non sia possibile elaborare una specifica nota DMAC, si raccomanda alle Ditte di lavoro subacqueo di prestare particolare attenzione durante la definizione e gestione di contratti per lavoro dove sia previsto rumore sul cantiere e in immersione.
  • Profilassi della malaria (prevalentemente con Malarone). Longobardi presenta la relazione del dr. Pietro Giovagnoli in merito. La profilassi antimalarica dipende dall’area geografica, la letteratura evidenzia che è incerta la reale efficacia, sono possibili effetti collaterali. La profilassi andrebbe eseguita solo se i probabili vantaggi siano superiori alle possibili controindicazioni. Non esiste un metodo efficace e con costo ragionevole (esami ematochimici) per verificare se gli operatori tecnici subacquei assumano realmente il farmaco. L’unico metodo per controllare sarebbe un’ispezione del cliente all’orario del pranzo perché il farmaco deve essere assunto dopo il pasto. Anche in questo caso, sul cantiere di lavoro gli orari del pranzo sono variabili e inoltre sono da considerare gli operatori in saturazione. DMAC decide di non pubblicare una nota sulla profilassi antimalarica in quanto l’efficacia della stessa è controversa.
  • Si istituisce un gruppo di lavoro per rivedere l’elenco dei presidi sanitari da utilizzare durante la saturazione.
  • Longobardi segnala l’approvazione della norma UNI per il lavoro subacqueo industriale. Il sommario, tradotto in inglese, viene acquisito da Jane Bugler (IMCA)
  • Alf Brubakk presenta una relazione sulla decompressione (utilizzo dei computer subacquei). Vedi articolo sui computer subacquei pubblicato nel blog
  • È segnalato il convegno: “Man in extreme environments”. Trondheim (Norvegia) 16-17 dicembre 2010 (info sull'evento si trovano qua)

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