Blog Centro Iperbarico di Ravenna

PFO e attività subacquea: chiuderlo o non chiuderlo?

Scritto da Redazione reparto Medicina Subacquea il 13/ 01/ 2012

Armano, nostro lettore e istruttore subacqueo, ha scoperto di soffrire di Forame Ovale Pervio (PFO) dopo un incidente da decompressione e, pur continuando a immergersi, vuole approfondire con ulteriori indagini sul suo problema, dato che alcuni medici consigliano l'operazione.

Per chiedere informazioni approfondite ci ha scritto questo messaggio:

Gent.mo dottore, premetto che sono istruttore subacqueo (seppur di pianura). Nel 2008 ho avuto un episodio di incidente da decompressione neurologico (MDD di tipo II) e al Centro iperbarico mi hanno diagnosticato uno shunt da Pervietà del Forame Ovale (PFO) definito, con ecodoppler transcranico, di tipo medio.

Le chiedo una consulenza, se mi posso permettere. Il mio amico cardiologo e medico sportivo mi consiglia di chiudere il PFO tramite applicazione di un dispositivo di chiusura (tipo Amplatzer) mentre il suo collega, prof. Alessandro Marroni, mi dice di immergermi seguendo alcune precauzioni. Io, però, ogni tanto ci penso e non sono convinto di nessuna delle due soluzioni. Adesso faccio immersioni sempre con Nitrox alla profondità massima di 30 metri. Non faccio immersioni ripetitive ravvicinate (ho smesso dopo alcuni episodi di incidente da decompressione cutaneo).
Almeno una volta all'anno mi viene voglia di approfondire, quindi le chiedo se fosse il caso di fare altre indagini e/o una visita con lei? Grato per la sua risposta le porgo cordiali saluti. Armano

 

Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:

Vai alla pagina Medicina Subacquea

Condividi: