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Una molecola potrebbe migliorare la cicatrizzazione delle ferite

Scritto da Redazione reparto Ferite Difficili il 20/ 12/ 2011

Arriva dagli USA la scoperta di una nuova molecola che potrebbe migliorare notevolmente la cicatrizzazione delle ferite attenuando le conseguenze sui tessuti connettivi.

La ricerca, pubblicata su Nature Medicine, è dei ricercatori della Stanford University e rappresenta un tema di grande interesse per il nostro Centro Cura Ferite difficili.

I ricercatori della prestigiosa scuola statunitense, guidati da Geoffrey Gurtner, hanno osservato sui topi come il composto PF-573228 sia in grado di ridurre del 48% l’ampiezza delle cicatrici che si formano in prossimità di un taglio della pelle o in seguito a un intervento chirurgico.

In questi casi, infatti, il corpo reagisce rigenerando il tessuto mancante e a volte provoca un eccesso di tessuto, noto come fibrosi. La molecola individuata dai ricercatori sembra dunque riuscire a ridurre questo fenomeno bloccando un enzima collegato all’infiammazione e alla creazione di tessuto connettivo fibroso che si crea nei casi di ferite accidentali o di incisioni sui tessuti.

“Il nostro studio espone uno dei meccanismi fondamentali attraverso cui un intervento meccanico può influire direttamente sull’infiammazione implicata nella formazione di cicatrici”, ha detto Geoffrey Gurtner, docente di Chirurgia alla Stanford University School of Medicine.

I ricercatori hanno testato gli effetti dell’enzima di inibizione della molecola anche su cellule umane che svolgono un ruolo chiave nella guarigione delle ferite e hanno scoperto che non sono state rilasciate molecole che stimolano l’infiammazione.

Per attestare la validità dei risultati negli esseri umani sono necessarie ulteriori prove, ma i ricercatori sperano che il lavoro possa aprire la strada a nuovi trattamenti delle malattie fibrotiche come disturbi causati da eccesso di cicatrici (ad esempio la fibrosi polmonare), così come delle malattie infiammatorie, a cominciare dall’artrite reumatoide.

 

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