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Camera iperbarica: perché l'aria è pura come quella di montagna?

Scritto da Redazione Centro Iperbarico di Ravenna il 31/ 03/ 2011

Pensiamo sia utile e interessante condividere con i pazienti del Centro Iperbarico ciò che avviene dietro le quinte della nostra attività.
Le camere iperbariche sono ambienti dove, tramite aria immessa dall’esterno, la pressione interna è a valori superiori a quella atmosferica.

Ma da dove proviene l'aria utilizzata per comprimere le camere iperbariche?

L’aria utilizzata per comprimere le camere iperbariche del Centro viene prodotta direttamente in casa. Siccome durante un trattamento iperbarico è richiesto un notevole quantitativo di aria, il Centro dispone di una centrale di produzione dell’aria. Sarebbe improponibile affidarsi a delle riserve prefissate come per esempio, le bombole dei subacquei.
L’aria viene aspirata dall’ambiente esterno con due elettrocompressori da 22 chilowatt (KW), compressa e stoccata in un serbatoio di grandi dimensioni.

Tutto qui? No, c’è dell’altro.
Considerato che le camere iperbariche sono dispositivi medici, l’aria compressa non può entrare direttamente all’interno delle camere se prima non viene opportunamente filtrata. Questo processo è affidato a una serie di filtri di linea, un essiccatore e per finire a un impianto di produzione di aria respirabile (Zander mod. BSP-MT 1150), il quale ha la funzione di fornire aria a norma con la Pharmacopea Europea e rispondente ai seguenti valori limite:

  • Monossido di carbonio (CO) inferiore (<) a 5 parti per milione (ppm);
  • Anidride carbonica (CO2) < 500 ppm;
  • Monossido di azoto (NO) < 2ppm;
  • Diossido di azoto (NO2) < 2 ppm;
  • Umidità residua (H2O) < 1 mg/m3;
  • Anidride solforosa SO2 < 1 ppm
  • Particelle solide < 1 mg/m3;
  • Olio residuo < 0,01 mg/m3.

Questa è sicuramente un’aria con un grado di purezza tale da trovare applicazione in tutti quei casi in cui viene utilizzata per la respirazione umana. L’impianto di produzione è rispondente alle nuove norme stabilite dalla Pharmacopea Europea, alle EN 12021 ed è progettato in conformità ai principali enti di controllo internazionali.

Tutte le macchine presenti nella centrale di produzione dell’aria dispongono di sistemi di scarico automatico delle condense. Le condense di scarico, generate dalla compressione dei gas e ricche di olio, vengono convogliate in un separatore. Il separatore è in grado di separare l'olio presente nelle condense, in modo da garantire che anche l'acqua di scarico sia filtrata prima di essere scaricata nella rete fognaria (nel rispetto delle vigenti normative di legge).

Finalmente, dopo che l’aria è stata trattata può essere trasportata fino alle camere iperbariche e utilizzata per comprimerle. E questa stessa aria viene fatta respirare ai nostri pazienti durante le pause di respirazione che intervallano i cicli di ossigeno.

La rete di distribuzione è realizzata con tubi di rame conformi alla norme UNI EN 13348. I tubi sono uniti con appositi giunti mediante saldobrasatura, con materiali e procedimenti idonei a consentire il mantenimento delle caratteristiche meccaniche del giunto fino ad una temperatura ambiente di 600°C. Tutto quello che è stato descritto viene sottoposto a regolari controlli di manutenzione, affidati a ditte esterne certificate che ne dichiarano il corretto funzionamento. L’aria inoltre è analizzata periodicamente con campionamenti atti a stabilire il grado di purezza con certificazione di un laboratorio esterno. Grazie alla supervisione e professionalità dei nostri tecnici iperbarici, Stefano, Davide, Roberto, Luca e in particolare del responsabile Gian Luca, il Centro Iperbarico di Ravenna garantisce ai pazienti la buona riuscita della terapia e il costante e ottimale funzionamento dell’impianto iperbarico.

Piergiorgio Marotti, Dirigente Centro iperbarico Ravenna

 

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