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Trauma alla gamba, perdita di siero e infezione: che terapia seguire?

Scritto da Redazione reparto Ferite Difficili il 09/ 05/ 2013

Mauro, qualche giorno dopo un apparentemente innocuo trauma alla gamba subito sul lavoro, ha scoperto che la ferita si è infettata con iniziale perdita di liquido sieroematico, linfocele e, in seguito ad accurata medicazione, fuoriuscita di pezzi di grasso sottocutaneo.

Per saperne di più sulle cure delle ulcere post traumatiche e delle ferite che non guariscono, visita la pagina sulle ulcere da trauma.

Mauro ci ha scritto per chiedere se, secondo i medici del Centro Iperbarico Ravenna, la terapia seguita sia stata appropriata o meno. Ecco il messaggio:

Gentilissimo Dottore,
in data 12.02.13 mi procuro sul lavoro trauma da lastra metallica pesante (presa di taglio) alla tibia della gamba destra. Per una decina di giorni ho soprasseduto alle cure, pensavo fosse una semplice botta alla tibia riassorbibile e ho continuato le normali attività, disinfettando soltanto l'escoriazione presente dopo il trauma.

In data 25.02.13 sono andato al pronto soccorso per gonfiore, dolore e pelle calda nella zona del trauma. La lastra per fratture è risultata negativa, D-dimero nella norma e altri valori di routine. Cura: Augmentin 3 cp/die.

L'ortopedico del pronto soccorso mi fa fare un consulto dal medico vascolare, che in data 26.02.13 mi drena abbondante liquido sieroematico in corrispondenza di una piccola ulcera necrotica (che io ritenevo fosse una crosta da escoriazione soltanto più profonda) con scarsi coaguli, che mostra un'ampia cavità sottocutanea. Mi lascia aperto un "buco" di drenaggio creato in corrispondenza di questa cavità e mi medica a piatto dopo abbondanti lavaggi a base di betadine, acqua ossigenata e fisiologica.

Le settimane successive presentavo abbondante linforrea con copiose colature di siero. Un medico del Reparto mi ha diagnosticato un linfocele.

Da quel maledetto giorno (del trauma o della medicazione, valuti Lei gentile Dottore) è passato più di un mese e pochi giorni fa, dopo l'ennesima medicazione a piatto con betadine e soluzione fisiologica, il Primario del reparto di Chirurgia Vascolare ha notato, in seguito a visita ambulatoriale, rossore e zona calda intorno al "buco" di drenaggio spontaneo. La ferita si è infettata, quindi da circa 3 gg sto assumendo 3 cp di Augmentin (generico) al dì e medicazioni più frequenti.

Stamattina (28.03.13) il primario mi visita nuovamente e premendo con forza intorno al buco fa uscire una specie di "tappo" che permette l'uscita di alcuni pezzi bianchi che inizialmente apparivano come pus ma in realtà a sua detta (e visti anche dal sottoscritto) venivano definiti pezzi di grasso sottocutaneo. Ora mi chiedo come mai, a distanza di oltre un mese, invece di migliorare peggioro, con fuorisuscita di questi "detriti". Ho la netta paura di essere incappato in terapie non appropriate. Mi dia un Suo illustre giudizio, gentile Dottore.

La ringrazio.

 

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